Lettera M

M – Malvinni Beatrici, Malvinni Domenico, Malvinni Malvezzi Luigi, Mastronardi Giannando, Mele Enrico, Misuriello Alessio, Morelli Marcello, Morelli Nicola

Malvinni Beatrice
Religiosa francescana – Beatrice Malvinni nacque in un’agiata famiglia, ma scelse contro il parere dei parenti, il sacrificio e la rinuncia pur di assicurarsi i benefici ultraterreni.
Nacque nel 1556; all’età di vent’anni, si allontanò dal mondo per prendere il velo di francescana del terzo ordine; all’atto della Professione assunse il nome di suor Chiara.
Dalle notizie raccolte dai francescani si apprende che la giovane in vita si distinse per i suoi buoni costumi e per la grande umililtà; fu una “serva di Dio” rigorosamente guidata da criteri di principii morali e da trascuratezza per il proprio corpo, attuando continui digiuni e astinenze con l’uso di cruenti cilici, atti a macerarle le carni sì per il loro eccessivo persistere visse appena trentatrè anni: morì con tale ardore di santità che in vita fu ritenuta beata.

Malvinni Domenico
Duca – Visse nel ‘900 e raggiunse il grado di Generale dell’esercito italiano.
Fu aiutante di campo del duca D’Aosta.

Malvinni Malvezzi Luigi
Duca – Era duca di Santa Candida. Nacque il 14 dicembre 1878 e morì l’11 novembre 1953.
Fu Presidente dell’Ospedale Civile di Matera nel 1926 e fu lui a ricevere il re Vittorio Emanuele III, in occasione della visita alla Città. Fu Commissario della Congregazione di Carità per vari decenni e per i suoi meriti gli fu conferita l’onoreficenza di “Cameriere Segreto di Sua Santità”.

Mastronardi Giannando
Eroe civile – Nacque a Matera il 1958 e morì a Locarno il 19 agosto 1974, sacrificando la sua vita per aiutare un ragazzo in pericolo di vita. Era in vacanza nella zona di Losanna con alcuni amici, quando si avvide che uno di essi, che si era tuffato imprudentemente nelle acque gelide, stava per annegare; accorse generosamente in suo aiuto, ma le acque infide lo risucchiarono nel fondo. Sul quotidiano “Osservatore Romano” del 15 settembre 1974, il Papa Paolo VI ricordò il gesto eroico del giovane materano, in occasione della premiazione dei vincitori del Concorso Veritas, dedicandogli le seguenti parole di alto significato umano e caritativo:

“Insieme con voi avrebbe dovuto essere qui presente il giovane studente della diocesi di Matera, Mastronardi Giovanni Ferdinando. Ci è giunta la dolorosa notizia che egli è morto in Svizzera, dove si trovava in vacanza, mentre tentava di salvare un suo compagno, il quale stava annegando. Mentre ci inchiniamo riverenti di fronte al mistero di questa prematura scomparsa, ricordiamo con ammirata commozione il suo gesto di assoluta carità e rivolgiamo sincere condoglianze ai suoi afflitti genitori, assicurando la nostra preghiera di suffragio e invocando per loro conforto della Fede”.

Mele Enrico
Intellettuale – Il prof. Enrico Mele, matematico, ebbe una cultura enciclopedica. Concepì la vita come un dovere.
Di carattere fermo, rigito nelle sue convinzioni fu austero e di inflessibile volontà, ebbe spirito indipendente e manifestò variegati interessi.
Venne a Matera dalla sua Avellino dov’era nato il 22 febbraio 1855 per insegnare materie scientifiche nella nota Scuola Normale, allora ubicata nell’ex monastero dell’Annunziata, in piazza Plebiscito.
La tappa di Matera fu l’ultima, dopo aver insegnato in Campania, in Emilia-Romagna e in Toscana.
Il prof. Mele mise in evidenza le sue doti dando un chiaro contributo in vari campi: autodidatta s’interessava di musica (amava suonare il pianoforte), di arti figurative (si dilettava nella pittura) e di arte grafica (aveva una grande passione per il disegno e disegnava con ambo le mani).
Era un profondo studioso di storia e di letteratura ed era lieto di ricercarne le fonti. Non trascurava l’antropologia e la demoantropologia, indagando sull’origine dell’uomo e sul diretto rapporto con la natura e gli animali, per cui era divenuto esperto della flora e della fauna del territorio materano.
I suoi studi su alcune essenze autoctone gli fecero realizzare l’orto botanico che divenne la Villa comunale intitolata alla regina Margherita, sacrificata senza motivo per edificare al suo posto, nel 1929, il palazzo della Provincia.
Per la sua vasta cultura ebbe intensi rapporti con Giovanni Pascoli con il quale s’intrattenne quotidianamente in lunghe passeggiate pomeridiane.
Questo suo spaziare nel mondo della conoscenza veniva trasferito ai numerosi allievi che fruivano delle sue dotte e amene lezioni (fra i giovani si ricorda Francesco Paolo Nitti.
Il prof. Mele collaborò col carissimo amico dott. Domenico Ridola partecipando alle campagne di scavo slla Murgia, nella Civita e su Timmari, dando consigli per la prima sistemazione dei reperti ed eseguendo numerosi disegni apparsi nelle originali pubblicazioni stampate a Matera e in quella della R. Accademia dei Lincei.
Morì a Matera il 26 gennaio 1943.

Misuriello Alessio
Religioso – Nacque a Matera il 16 dicembre 1869 e morì a Roma il 13 gennaio 1948. Visse a contatto delle classi sociali operaie e contadine e sperimentò pienamente i termini del Vangelo, aiutando i bisognosi e confortando i malati.
Fu rettore della chiesa dell’Immacolata di Roma e Procuratore generale della Congregazione dei Frati Bigi.

Morelli Marcello
Vicario della cattedrale – Scrittore – Poeta – L’abate Morelli nacque a Matera il 7 novembre 1886 e morì il 6 giugno 1972. Seguendo la sua vocazione religiosa, fu prima frate francescano e poi sacerdote. Si laureò in Teologia Dommatica nel 1912, presso l’Università di Roma e nella stessa Università, conseguì la laurea in Lettere nel 1934.
Insegnò italiano nell’Istituto Magistrale “T. Stigliani” e successivamente nel Liceo-Ginnasio “Duni” di Matera.
Dedicò la vita all’insegnamento, al ministero sacerdotale, agli studi e alla compilazione di molti libri.
Nominato parroco di S. Giovanni Battista, vi rimase dal 1 gennaio 1924 al 1953, data in cui fu nominato Vicario Generale e Decano del Capitolo metropolitano (carica che resse fino alla sua morte). Dotato di fine gusto estetico e di buon senso storico, s’impegnò per restaurare le due chiese romaniche di San Giovanni Battista e di San Domenico, deturpate da successive sovrapposizioni.
Manifestò interesse per il mondo della scuola e della cultura. Fece parte del Consiglio Provinciale Scolastico, fu socio della Deputazione di Storia Patria per la Lucania e la Calabria. Nel 1965 fu insignito della medaglia d’oro al merito della Scuola, della Cultura e dell’Arte e gli fu conferita la nomina di Cavaliera della Corona d’Italia.
Pur dotato di un carattere severo, era amato e stimato da tutti coloro che gli vivevano accanto o che avevano bisogno di lui, per la sua opera di sacerdote e di maestro. Durante il periodo in cui fu parroco di San Giovanni, fu molto legato alla comunità ecclesiale e in particolar modo ai bambini che frequentavano il suo oratorio. Si ricorda che quotidianamente mandava alcuni chierichetti per le strade dei Sassi, perchè, al suono di un campanello, raccogliessero altri ragazzi per il catechismo e le lezioni di lettura, scrittura e far di conto, che egli stesso impartiva.
Lo ricordiamo per il conforto, l’incoraggiamento e le benedizioni che elargì ai combattenti del tragico, ma glorioso 21 settembre 1943.

Morelli Nicola
Scrittore – Artista – Colonnello dei parà, scultora, attore, nacque il 10 settembre 1921 a Matera, in una casa di via San Biagio. Morì a Roma il 5 novembre 1994, strappato alla vita da un morbo implacabile.
Frequentò il liceo Duni di Matera e fu ammesso a frequentare l’Accademia Militare di Modena, conseguendo la nomina a sottotenente. Si addottorò in seguito, in Giurisprudenza.
Partecipò al secondo conflitto mondiale come paracadutista, divenne T. Colonnello della Riserva ricevendo diverse significazioni per merito.
Un uomo dai variegati interessi: conosceva diverse lingue, sapendo conversare anche in greco e latino e recitò in numerosi film.
Scrisse negli anni ’40 un libro in prosa di grande interesse Vita agli inferi, in cui analizzava nella sua tragicità la vita degli abitanti dei Sassi e nel 1994 pubblicò Storie di ceravanna, un volume che tratteggiava in chiave psico-sociale la vita e il comportamento di particolari personaggi della Matera all’inizio del secolo. Tra le altre opere ricordiamo Il contrappello, un segnale di tromba che regola la vita in caserma, scritto prima del congedo militare. Si dedicò alla scultura e realizzò numerose opere esposte a Roma, a Foligno, a Paola e in America; per Matera ha realizzato la statua del Calderaio in via delle Beccherie, il monumento al 21 settembre 1943, sistemato nel palazzo municipale, il busto del filosofo Lamanna nella Biblioteca Provinciale, il monumento tombale dedicato a Mons. Pecci nella Cattedrale e la fusione in bronzo del gruppo “zappatori in piazza”. Coniò per lo stato Vaticano nel 1978 e 1983 monete con la rappresentazione di alcuni episodi più significativi dei Vangeli.
Fu un personaggio eccezionale, dotato di straordinaria grandezza e di singolare sensibilità: ha lasciato ai posteri una somma di valori eterni.

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