D’Addozio Vincenzo
Letterato – Vincenzo D’Addozio si distinse per i mieriti letterari e per le grandi virtù morali. Nacque il 21 maggio 1850 a Matera da modesti genitori. Fin da giovane si dedicò allo studio dei classici in particolare era attratto dallo studio della letteratura latina.
A 19 anni conseguì la licenza liceale. Alla morte del padre, per continuare gli studi, rivolse alla civica amministrazione una richiesta di sussidio mensile, che gli fu subito concesso. Si recò presso l’Università di Pisa, dove vinse una borsa di studio e si laureò in lettere nel 1873. Insegnò prima latino e greco nel Liceo di Matera. Successivamente si trasferì a Catania, Bari, Acireale ed infine Napoli, dove resse per qualche anno la cattedra di letteratura latina finchè non ne divenne il titolare. Nel 1906, sotto il governo Sonnino, fu nominato Capo di Gabinetto del Sottosegretariato di Stato al Ministero della Pubblica Istruzione; in seguito ricevette dal Re la nomina di Ufficiale della Corona d’Italia.
Ritornò a Messina dove morì il 31 maggio 1908 quasi in povertà.
D’Alessio Francesco
Parlamentare lucano – Nacque a Montescaglioso il 27 maggio 1886. Fu insegnante di diritto finanziario e amministrativo nelle Università di Pavia, Napoli, Roma, Urbino, Macerata, Cagliari e Siena.
Nel 1922 ricoprì l’incarico di Sottosegretario del Ministero delle Finanze: in questo periodo Matera ottenne alcuni benefici, tra cui il collegamento alla rete idrica pugliese, i cui lavori iniziarono il 18 ottore 1925 (l’acqua venne erogata alla popolazione due anni dopo) e l’elevazione della Città a capoluogo.
Il 13 maggio 1926, durante il suo mandato politico, il Re Vittorio Emanuele III, accompagnato dal ministro Volpi e dal parlamentare lucano, inaugurò il monumento ai caduti, il nuovo ospedale civile e il museo preistorico, donazione Ridola: inoltre pose la prima pietra dell’edificio della Scuola di Avviamento, nei pressi della chiesa del Purgatorio, attualmente Scuola media “Alessandro Volta”.
Morì a Roma il 2 aprile 1949.
De Blasis Umberto
Generale di Corpo d’Armata – Nacque a Matera il 4 agosto 1888 e frequentò le scuole cittadine. Nel 1909 si iscrisse alla Scuola Allievi Ufficiali; partecipò alla guerra libica del 1911 e ai due conflitti mondiali, raggiungendo il grado di Generale di Corpo d’Armata.
Fu tre volte ferito e meritò due medaglie di bronzo e quattro croci al valore.
Onorò l’Italia e Matera con la sua vita, dedicata interamente al servizio della patria. Fu nominato Gr. Uff. della Corona d’Italia, Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nonchè Cavaliere di Stato della Romania.
De Los Ryos Antonio
Arcivescovo – Nacque ad Amado in Spagna, resse la Diocesi Matera e Acerenza dal 1678 al 1702, incarico che gli fu conferito da Papa Innocenzo XI.
Durante il suo vescovado realizzò una serie di opoere pubbliche e si prodigò per i poveri e i deseredati.
Predispose lavori di restauro in Cattedrale, col rifacimento del pavimento in lastra di selce, nel Real Conservatorio di San Giuseppe, nel convento di San Francesco d’Assisi, nel Seminario e nel convento dei Padri Cappuccini.
A lui si deve la costruzione delle “Case Nuove”, nell’Orto del Duce, nei pressi del palazzo Lanfranchi.
De Robertis Giuseppe
Docente – Scrittore – Nacque a Matera il 7 giugno 1888 e morì a Firenze il 7 settembre 1963.
Ebbe un’infanzia poverissima; rimase orfano di padre all’età di 5 anni e visse in una casa dei Sassi.
La sua famiglia, pur con enormi sacrifici, lo avviò agli studi.
De Robertis frequentò il Liceo-Ginnasio “Duni”. La sua bravura gli permise di licenziarsi dal Liceo senza esami. Si iscrisse all’Università di Firenze, conseguì la laurea in Lettere, insegnò nelle scuole private e lavorò come giornalista.
De Ruggieri Giuseppe
Provveditore agli Studi – Nato a Massafra il 5 marzo 1912, dopo essersi laureato in giurisprudenza, concorse presso il Ministero della Pubblica Istruzione e fu destinato al Provveditorato agli Studi di Bari.
Si distinse per ingegno e operosità e, per disposizione del ministro Gonella, fu distaccato a Matera come Provveditore agli Studi reggente. In breve tempo divenne titolare di tale ufficio.
La sua carriea lo portò ad assumere la carica di Direttore Generale dell’Istruzione Elementare. Nel 1975 fu nominato Sovrintendente Scolastico interregionale per la Puglia e la Basilicata. Per le sue doti di saggio organizzatore, per sei anni fu Presidente dell’Associazione Nazionale dei Provveditori, e nel contempo Presidente della Società “Dante Alighieri”; dal 1976 al 1986 fu Presidente dell’Ente Meridionale Pugliese della Cultura, Popolare ed Educazionale professionale.
Il 2 giugno 1975 gli fu conferita dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’oro come benemerito della scuola, della cultura e dell’arte.
De Ruggieri Niccolò
L’avvocato Niccolò De Ruggieri nacque a Miglionico (MT) il 16 giugno 1899.
Nell’ambito della sua antica famiglia ricevette una solida educazione ai valori morali, civili e culturali.
Compiuti gli studi medi presso il liceo-ginnasio “Duni” di Matera si trasferì a Roma per seguire i corsi universitari di giurisprudenza.
Fu ospite dello zio Nicola, avvocato e deputato al parlamento, a Roma. Entrò a far parte della redazione del quotidiano politico “Il mondo”, occupandosi della critica teatrale. Visse così da un osservatorio privilegiato la grande stagione di Pirandello. In seguito a qualche problema con il giornale, arrivarono le sue dimissioni.
Subito dopo la laurea tornò a Matera ed iniziò con massimo impegno l’esercizio professionale forense. L’attività professionale di penalista gli ha concesso l’onore di essere associato ad avvocati di fama come De Nicola, Marciano, Porzio, Fiorante, Bentini, Botti, Rubichi, De Marsico, Pignatari, Orlandi, Crispo, Altavilla.
Dall’incontro con avvocati tanto insigni ha sempre tratto motivo di arricchimento intellettuale. Per circa un ventennio fu Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e Procuratore presso il Tribunale di Matera, prendendo numerose iniziative per il rispetto costante della deontologia professionale per la migliore tutale dei diritti della classe forense.
Dal 1967 ak 1980, su delega degli ordini forensi di Basilicata, ha ricoperto la carica di Consigliere Nazionale Forense. La partecipazione al Consiglio Nazionale ha costituito un periodo esaltante della sua vita di avvocato per aver diviso le sue incombenze con i rappresentanti di tutti gli Ordini Forensi d’Italia. Ma l’attività professionale non gli impedì di partecipare alle vicende politiche e culturali della Basilicata. Infatti prima dell’avvento del Fascismo partecipò alle battaglie elettorali in favore dello zio Nicola e della lista di Francesco Saverio Nitti.
Durante il Ventennio fece parte del ristretto gruppo degli intellettuali antifascisti, e nell’impossibilità di continuare l’attività politica, si dedicò quasi esclusivamente alla professione.
Nei tragici anni di guerra approfondì le tematiche dei delitti annonari in un territorio agricolo ove il fenomeno fu molto diffuso, nonostante la severità delle norme repressive che prevedevano anche la pena di morte. Il 21 settembre 1943, giorno della liberazione di Matera dall’occupazione nazista svolse una importante azione in favore della città. Carlo levi la racconta così:”Fu mandata, nella notte, una ambasceria verso Montescaglioso a chiamare gli alleati, guidata dall’avvocato De Ruggieri. Pare che nel dubbio ci fosse ancora qualche tedesco a Matera, gli alleati avessero deciso di bombardare all’indomani la città e di raderla al suolo. L’avvocato De Ruggieri dovette garantire che i tedeschi erano stati cacciati, ma solo nel tardo pomeriggio del giorno seguente arrivarono le prime avanguardie: due africani del reparto del Gatto Nero. De Ruggieri abbracciò il primo soldato che mise piede sul suolo di Matera (era un negro: e questo non gli fu perdonato dai fascisti che ne fecero argomento contro di lui nella recente campagna elettorale”. Infatti nel 1948, su sollecitazione del fraterno amico avvocato Pignatari, Niccolò De Ruggieri si presentò nella lista del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, ma fu sconfitto e abbandonò il mondo della politica.
Niccolò De Ruggieri ricordava che visitando in carcere il giovane sindaco progressista Rocco Scotellaro per concordare le azioni difensive, trovava difficoltà a parlare del processo poiche il sindaco coglieva l’occasione per soffermarsi su temi di natura culturale.
L’interesse e l’impegno culturale legati alla preparazione giuridica ed al rigore morale furono quindi le qualità che videro De Ruggieri impegnarsi in vari ruoli nella vita cittadina.
Da giovane, date anche le affinità politiche, seguì per qualche tempo il Senatore Ridola nelle ricerche delle tracce dell’antica storia di Matera.
Per tutta la sua lunga vita rimase fedele alla sua immagine di avvocato e non volle mai cancellarsi dall’albo al quale è stato iscritto fino alla morte, avvenuta a Matera il 17 agosto 1993. In un suo scritto rivolto ai giovani avvocati è detto:”Preparatevi senza improvvisare, studiate, tormentatevi sempre nella ricerca e non siate mai sazi di sapere, anche quando il processo sembra facile. Certo un processo che angustia di più merita più sforzo, ma l’impegno deve essere costante per rispettare l’ansia che opprime chi attende di essere difeso e giudicato”.
Di Macco Antonio
Arcivescovo – Nacque a Livorno il 20 agosto 1783 e morì a Giovinazzo il 7 agosto 1853.
Fu professore di Retorica al Seminario e poi paroco si San Giacomo in Borgo; infine canonico della Cattedrale. Fu consacrato il 26 aprile del 1835 e prese possesso della sede materana nell’agosto dello stesso anno, incarico che conservò fino al 1854.
Riformò gli studi e l’economia dei Seminarii. Organizzò, previa autorizzazione del Capitolo Vaticano, la manifestazione dell’Incoronazione della Vergine della Bruna, alla presenza dell’Arcivescovo di Bari, mons. Basilio Clary e, per l’occasione, fece coniare una medaglia: era il 2 luglio 1843. Fu un vescovo che condivise i problemi e le esigenze del popolo e cercò di alleviarli con l’intervento di particolare interesse.
Fornì ai materani del Sasso Caveoso acqua potabile, facendola confluire dalla zona alta di Lanera; fece scavare un’ampia cisterna nello spiazzo del “Purgatorio vecchio”, dove tutti potevano attingere acqua; altre cisterne furono costruite davanti al palazzo Lanfranchi, e alla parrocchia di San Pietro Caveoso e in piazza Duomo.
Dragone Pasquale
Avvocato – Primo Direttore della Biblioteca – Nacque a Bitonto il 15 maggio 1890, ma visse a Matera dal 1927, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, presso l’Università di Bari. Fu uomo di cultura e sensibile interprete della esigenza di una Città, che, con la nomina a provincia, recuperava l’importanza ottenuta nel 1663 e sottratta nel 1806.
Nel 1937 divenne primo Direttore della nascente Biblioteca di Matera, ubicata in via Don Minzoni, nel palazzo De Martino.
Nel novembre 1944 l’avvocato Dragone, per motiiv politici, fu sospeso nella Direzione, ma riottenne l’incarico qualche anno dopo.
Dragone fu inoltre Presidente della Federazione Provinciale degli Agricoltori, rappresentante della Provincia, in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Acquedotto Pugliese e Preside dell’Amministrazione Provinciale.
Morì a Matera il 7 aprile 1972.
Duni Abate
Buon esecutore di musica, fu Vicario Generale del Vescovo di
Ugento. Fu nominato decano della Cattedrale in sostituzione di suo fratello
Vincenzo, ma a causa della turbolenta situazione, preferì tornare alla sua dimora in Napoli, dove morì.
Compositore – Nato a Matera da Francesco nel 1700 circa, studiò con il padre, per poi trasferirsi giovanissimo a Napoli dal 1711 al 1718 al Conservatorio della Pietà dei Turchini. Si trasferì quindi a Treviri (Germania) dove fu Maestro di Cappella dell’Elettore. Quindi si recò in Spagna, strinse amicizia con il celebre Farinelli, e divenne Maestro di Musica della Real Cappella di Madrid dove insegnò musica anche al figlio del Duca di Ossun. Si portò quindi a Parigi ed a Schwerin, in Germania. Giunto a Mosca, fu maestro dello Zar. Qui si sposò ed ebbe figli, divenendo Maestro dell’Imperial Cappella. Trascorse a Mosca otto anni, ma per vicissitudini a noi non note, fece ritorno a Schwerin, a nord di Amburgo, dove morì in miseria. Di lui si conservano alcune cantate, da poco incise.
(“Te Deum in Re Maggiore”, di Antonio Duni)
Duni Egidio Romualdo
Scopri l’approfondimento su Egidio Romualdo Duni
Musicista – Nacque a Matera il 9 febbraio del 1709, secondo i biografi, l’11 febbraio 1708 secondo i libri Metropolitani. Decimo figlio del maestro di Cappella Francesco Duni, fu iniziato musicista dal padre.
All’età di nove anni fu mandato a Napoli a studiare nei Conservatori della Madonna di Loreto e in quello della Pietà dei Turchini, ma la sua vera formazione si concretizzò nel Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo
Fu discepolo di Francesco Durante e condiscepolo di Leonardo Leo, di Leonardo Vinci e del grande Pergolesi, del quale fu emulo, ammiratore ed amico. La sua attività teatrale iniziò nel 1735 a Roma, quando ricevette l’incarico di comporre l’opera Nerone che riscosse un grande successo. Risale allo stesso anno la composizione de L’Adriano in Siria. Nel 1739 a Milano compose Didone abbandonata.
Da Milano si trasferì a Firenze e poi a Bari ed operò in questa città dal 1743 al 1746, quale maestro di Cappella nella Cattedrale di San Nicola. Fu poi inviato a Parma da Don Filippo di Spagna, ad impartire musica alla maggiore delle figlie e come maestro di Cappella. Lì rimase fino al 1756.
Molte furono le opere che compose per il teatro italiano; inoltre viaggiò anche in Austria, Olanda, Francia, Inghilterra. Nel 1757 si stabilì a Parigi, dove visse circa vent’anni, onorato, amato per la semplice bontà, tutta materana, che gli meritò il grazioso appello di “Padre Duni”. Nel 1761 fu assunto come direttore del “Thèatre Italien”. Tenne questa carica fino alla morte, avvenuta a Parigi l’11 giugno del 1775.
L’amministrazione comunale di Matera, nel 270° anniversario della nascita, gli dedicò il Conservatorio Statale di Musica.
Duni Emanuele
Giurista, musicista e filosofo – Nato a Matera nel 1714, si recò a Napoli per completare gli studi giuridici, che resteranno la sua principale occupazione, pur se anche lui ha scritto alcune composizioni da “gravicembalo”. Tornato a Matera, è avvocato presso la Regia Udienza ed insegnante presso il Seminario chiamato dall’ Arcivescovo Lanfranchi. Il Palazzo del Seminario nel Novecento sarà sede del Liceo Classico, che non a caso è intitolato ancora oggi ad Emanuele Duni.
(palazzo Lanfranchi, ex Liceo ginnasio statale Emanuele Duni)
Dopo la morte di suo padre, Emmanuele soggiornerà di nuovo a Napoli e poi a Roma, dove studiò filosofia e resse la cattedra di Diritto canonico all’Università La Sapienza. Acuto filosofo, fu precursore di alcune intuizioni di G.B. Vico ed era in familiarità con il Papa Clemente XIV e con Voltaire. Nel 1779 la Reale Accademia di Belle Lettere lo elesse Socio. Morì nel 1781 a Napoli e fu sepolto nella chiesa di San Marco, dove suo fratello Saverio fece incidere un epitaffio. Le sue opere sono state ristampate nel 1842 a Roma.
Duni Francesco
Musicista – E’ il capostipite di questa insigne famiglia. Nato nella seconda metà del Seicento a Matera, dove divenne Maestro di Cappella della Cattedrale. Ebbe ben 14 figli, sette maschi e sette femmine. Di lui si conoscono ben poche notizie, fra cui il nome delle due mogli: Anna Castaldo e Agata Vacca, di Bitonto. Morì nel 1742 “apopletico morbo graviter oppressus”. Delle sue sette figlie si hanno poche notizie, se non che erano anche loro dotte in musiche ed aiutarono i fratelli, compreso il grande Egidio Romualdo, nella preparazione musicale. Tre di loro furono anche Maestre di Cappella nei monasteri di Trani e Monopoli.
Duni Giuseppe
Fu celebre avvocato dell’epoca e difese la Città di Matera in una causa contro la città di Acerenza.
Duni Saverio
Avvocato – Nato a Matera ma vissuto a Napoli, completò ed ampliò
un’opera del fratello sulla Giurisprudenza Universale di tutte le Nazioni. Si sposò a Napoli con Irene Cipolla, dove per tutto l’Ottocento i suoi discendenti vissero in maniera agiata. Oggi un solo Duni è rimasto a Napoli, e non a caso è Presidente di una Sezione della Corte Di Cassazione.
Duni Vincenzo
Dottore in legge, fu decano della Cattedrale. Per una diatriba con
l’Arcivescovo Parlati, fu fatto arrestare, e fece ritorno a Matera solo dopo la morte dell’Arcivescovo.