Calculli Francesco
Colonnello – Nacque a Matera il 25 novembre 1895. Frequentò il Liceo materano, ma interruppe gli studi perchè richiamato alle armi nella I guerra mondiale. Fu ferito due volte e per il valore dimostrato gli fu conferita la medaglia d’argento. Fu presidente dell’istituto Case Popolari per otto anni e responsabile per oltre venti anni della Banca Popolare. Rivestì anche l’incarico di Commissario Prefettizio dal 15 febbraio 1945 al 24 settembre 1946.
Morì il 21 novembre 1988.
Capolupo Giambattista
Religioso – Giambattista Capolupo nacque a Matera il 17 dicembre 1653 e morì a Roma il 3 maggio 1716. Fu persona molto colta e ricercato oratore.
Dapprima fu assegnato alla chiesa parrocchiale di San Pietro Caveoso, ebbe in seguito incarichi in Arcivescovado. Per motivi non noti, forse per dissensi con le dignità capitolari, fu costretto a trasferirsi a Napoli dove fu accolto benevolmente dal Cardinale Antonio Pignatelli che ne apprezzò le doti e in particolare la grande cultura. Monsignor Pignatelli, eletto al soglio pontificato col nome di Innocenzo XII, lo chiamò a sè come segretario e suo familiare e commensale. Fu nominato cavaliere dello “Speron d’oro”, conte palatino e patrizio romano.
Il pontefice ne apprezzò i meriti e nell’anno 1696 lo nominò vescovo di Polignano.
Si mostrò molto generoso verso i poveri, attese alla Educazione della gioventù, promosse lavori di restauro alla cattedrale, ad alcune cappelle e al palazzo arcivescovile e rese fruttiferi i terreni incolti della mensa vescovile; in uno di essi fece piantare un pometo che gli fu causa di dispiaceri.
Un giovane che aspirava al diaconato, non avendo superato la prova, per rabbia tagliò tutti gli alberi, che il prelato fece ripiantare. Avendo il giovane ripetuto il gesto vandalico i servi lo bastonarono a morte.
Il vescovo Capolupo ne subì le conseguenze. I servi furono condannati e rinchiusi a vita nel castello svevo di Bari, lo stesso Capolupo fu chiamato a Roma e ritenuto responsabile; secondo alcuni, sarebbe stato rinchiuso nel carcere vescovile di Santa Prassede, secondo altri fu costretto a vivere nel convento francescano del foro boario dove finì i suoi giorni.
Cappelluti Gioacchino
Imprenditore – Nacque a Molfetta il 16 novembre 1868 e morì a Matera il 28 ottobre 1931.
Il suo nome è legato alle prime attività industriali sorte a Matera, intorno agli anni ’20, con l’utilizzo delle risorse della zona: tufo, argilla, grano.
Rinomate erano allora le fabbriche di laterizi, le molitorie e le pastaie, queste ultime di Alvino, Manfredi, Quinto, Padula e Andrisani.
Caropreso Vincenzo
Nacque a Matera il 19 marzo 1881 e morì l’8 febbraio 1926.
Frequentò le Scuole superiori materano e proseguì gli studi nell’Università di Montpellier, laureandosi in ingegneria.
Attratto dagli studi astronomici, instaurò intensi rapporti con l’illustre astronomo Camillo Flammarion e partecipò alle iniziative promosse dalla Specola di Capodimonte di Napoli.
Cattaneo Camillo
Arcivescovo – Maestro di teologia, nacque dalla nobile famiglia De’ Marchesi di Montescaglioso.
Il 2 dicembre 1797, Papa Pio VI lo assegnò alla Cattedra di Matera e Acerenza.
Della Volta prese possesso della sede materana il 6 febbraio 1798.
Era un religioso molto colto, dotto in numerose discipline, premuroso nei riguardi del clero e della popolazione.
Il merito maggiore che viene attribuito a Monsignor Cattaneo è quello di aver riportato la Cattedra vescovile nella “Città dei Sassi e delle Gravine”.
Cavalla Vincenzo
Arcivescovo – Nacque a Villafranca di Asti il 18 aprile 1902. Nel 1913 entrò nel Seminario della sua città. Fu nominato alla cattedra di Matera nel novembre 1946 e si rivelò un prelato di grossa sensibilità e in possesso di notevoli doti di cultura. Era laureato in Lettere, Filosofia e Sacre scritture, dottorato conseguito nel luglio 1925m conosceva 12 lingue, vive e morte.
Viaggio in Egitto e in Palestina. Durante il suo apostolato materano, nel 1947 organizzò la Missione della “Pro Civitate Christiana” di Don Giovanni Rossi.
Nel 1949 avviò le pratiche per la fondazione del “Villaggio del Fanciullo”, inaugurato nel 1959 dal suo successore Mons. Giacomo Palombella.
Il 17 maggio 1952 benedisse la nuova chiesa di San Vincenzo de’ Paoli alla Martella, alla presenza del Presidente del Consiglio On. De Gasperi. Morì il 14 febbraio 1954 compianto dal popolo che lo aveva esaltato per le sue doti di carità, amore e per aver favorito gli incontri con i politici dell’epoca, impegnati alla formulazione e realizzazione della legge sul risanamento dei Sassi.
Il Capitolo Metropolitano dispose la sua tumulazione nella Cattedrale, dedicandogli un piccolo monumento.
Conte Francesco Paolo
Erore materano – La sua figura è legata alla tremenda alluvione, con allagamento di alcuni locali dell’attuale piazza Plebiscito (a fianco della chiesa della Matr Domini), avvenuta a Matera il 24 ottobre 1928.
In occasione del citato naubifragio l’agente F. Paolo Conte, appreso che alcune persone si trovavano in pericolo, bloccate della acque, in abitazioni al di sotto del livello stradale, arditamente accorse in loro soccorso e, pur assicurato ad una corda, venne travolto dalle acque e trascinato nei sotterranei, riportando gravi lesioni che gli procurarono la morte.
La Fondazione Carnegie, nell’adunanza del 31 dicembre 1929, gli conferì la medaglia d’oro alla memoria; il Capo del Governo, a nome del Prefetto Maroni, in data 27 ottobre 1928, per il suo sacrificio, concesse alla famiglia un sussidio di lire 1.000; gli fu infine concessa una medaglia d’argento al valore civile.