Lettera Z

Z – Zanardelli Giuseppe, Zunica Francesco

Zanardelli Giuseppe

Presidente del Consiglio – Nacque a Brescia il 29 ottobre 1826 e morì il 26 dicembre del 1903 a Fasano (Maderna), sul lago di Garda.
Laureatosi in giurisprudenza a Pavia, partecipò attivamente alla vita politica risorgimentale e alle dieci giornate di Brescia.
Fu esiliato in Toscana e a Pisa conseguì la laurea in legge. Fu costretto a rifugiarsi a Lugano per sfuggire alla polizia a seguito dello scoppio della II guerra d’Indipendenza.
Ritornò in Italia nel 1860, fu eletto deputato nel Collegio di Iseo.
Fu monarchico e fedele a Casa Savoia. Interpretò, in qualità di Primo Ministro, le esigenze del popolo e a lui si deve il disegno di legge, dal titolo “Provvedimento a favore della provincia di Basilicata” (1904).
Zanardelli, sollecitato dall’Onorevole Michele Torraca che in una seduta della Camera, aveva presentato la tragica realtà di vita del popolo lucano, venne in Basilicata, accompagnato dal capo di gabinetto Augusto Ciuffelli e dal sottosegretario Roberto Talamo, visitando con mezzi di fortuna alcuni centri della Regione.

“A Matera fu ricevuta dal cav. dottor Manfredi, sindaco della città, dal comm. Ridola, dall’assessore cav. Tortorelli, dal dottor Sarra e dall’avv. De Ruggieri. Per l’occasione si esibì la banda di Miglionico. La città era imbandierata, il popolo affollò piazza Plebiscito e i balconi, le terrazze, le finestre delle case del centro. Alle ore 19,30 le bande intonarono la marcia reale (al complesso di Miglionico si era aggiunto quello di Matera). I soldati presentarono le armi al passaggio del Presidente. Il pranzo fu consumato nel palazzo del senatore Gattini. Il giorno dopo, era il 25 settembre, ammirò in Cattedrale, ricevuto dall’Arciprete Mons. Ruggieri e dal Can. Di Lena, gli intarsi del coro, il presepio e la cappella dell’Annunziata. In via Ridola si recò nel Ginnasio “Duni” e nel Museo. Rientrando nel palazzo Gattini ricevette le rappresentanze del consiglio comunale di Matera, Miglionico, Montescaglioso, Irsina, Pomarico e Pisticci, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, il Procuratore del Re, il Presidente del Tribunale, i rappresentanti dei maestri elementari, del liceo, della Congregazione della Carità, della Società Operaia, ecc. Alle ore 12 dello stesso giorno fu scoperta una lapide a Umberto I, dettata dal materano Nicola Festa e murata sulla facciata del convento di Santa Lucia. Al banchetto parteciparono le massime autorità e l’On. Torraca rivolse all’illustre ospite parole di lode e concluse: “Egli ci amò per le miserie nostre e noi l’amiamo per la sollecita pietà che n’ebbe”.
Zanardelli ripartì l’indomani, al suono della marcia reale, tra centinaia di bandiere e striscioni, con le scritte: “Viva Zanardelli!” “Pane e lavoro!” “Vogliamo la ferrovia!”. – Periodico “La Scintilla”, Giornale della Domenica, del 28 settembre 1902

La visita di Zanardelli, oltre a determinare il provvedimento di legge citato, sensibilizzò gli intellettuali dell’epocas alla conoscenza dei gravi problemi del Sud e a ricercarne le soluzioni.

“Cinque sesti della popolazione abitano in tuguri scavati nella dura roccia, addossati, sovrapposti gli uno agli altri, in cui i contadini vivono nella promiscuità di uomini e bestie…” – Antologia materana, di M. Padula

Si aprì alla Camera un grande dibattito e qualcuno sostenne che i provvedimenti “speciali” avevano una funzione negativa, in quanto rinviavano la soluzione radicale del problema del Mezzogiorno.

Zunica Francesco

Arcivescovo – Nacque a Lucera da famiglia nobile il 12 maggio 1715. Divenne Vescovo di Matera il 21 dicembre 1776, dopo aver fatto parte dei Missionari della Congregazione del SS. Redentore.
Trascorse i suoi anni di religioso, curando i poveri e mirando a rendere più belle e sontuose le chiese. Promosse la costruzione del nuovo monastero di Santa Lucia e Agata, in quanto quello della Civita era pericolante e malefico per le religiose che subivano i miasmi della sottostante Gravina; le suore presero possesso della nuova struttura il 24 marzo 1797.
In Cattedrale costruì preziosi altari, curò l’indoratura delle parti principali del tempio, che nel 1863 il Capitolo Metropolitano fece ricoprire di oro zecchino, rinnovò e arricchì gli arredi sacri, i paramenti, ecc.
Ampliò inoltre il Seminario e intervenne a favore della popolazione, con la costruzione di pozzi, fontane, strade.
Morì il 16 dicembre 1796.

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