(tipica abitazioni scavata nel tufo, nei Sassi)
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, la città di Matera si trovò in una situazione a dir poco disperata. Il conflitto rese ancora più precaria una condizione già di per se ai limiti dell’umano. I Sassi arrivarono ad ospitare circa ventimila persone, costrette a vivere in spazi angusti, malsani ed in condizioni igieniche inesistenti. La mortalità infantile raggiunse proporzioni catastrofiche, basti pensare che su 1000 bambini nati, circa 463 nascevano morti.
Carlo Levi è stato forse lo scrittore che più di tutti ha contribuito a portare alla ribalta nazionale la Questione Meridionale, e quindi della Lucania. A Matera si susseguirono prima Palmiro Togliatti nel 1948, che la definì “Vergogna nazionale“, poi il capo del governo Alcide De Gasperi nel 1950, il quale firmò nel 1952, su indicazione del ministro lucano Emilio Colombo, la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi“. Nel paragrafo Da vergogna nazionale a patrimonio Unesco a Capitale Europea della Cultura 2019 si analizzano nel dettaglio i vari passaggi che hanno portato al quasi totale abbandono dei Sassi ed alla costruzione dei nuovi quartieri, progettati da un team di esperti capeggiato da Adriano Olivetti secondo concetti innovativi per l’epoca. Nella città “nuova” furono collocate circa diciassettemila persone. Consigliamo la visione del video documentario di Rai Teche, “Ritratti di Città”, per capire la situazione della città di Matera fino agli anni ’60, il racconto dello sfollamento e gli interrogativi sul futuro dei vecchi rioni in tufo.
Per decenni i Sassi rimasero vuoti, soggetti al degrado ed all’abbandono, almeno fino al 1986. Una nuova Legge Speciale questa volta impegnò finanziamenti per invertire quello che fino a pochi decenni prima era stato il verso dell’esodo, ovvero dal centro storico verso i nuovi quartieri. Si diede così inizio ad una lunga fase, in corso ancora oggi, di ripopolamento degli antichi rioni in tufo.
(“Il Vangelo Secondo Matteo”, 1964. In foto l’attore Enrique Irazoqui, interprete di Cristo, ed il regista Pier Paolo Pasolini)
A livello mondiale la città ha ottenuto nel 1993 un importantissimo riconoscimento, ovvero l’inserimento dei Sassi e del Parco della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri tra i siti UNESCO, definiti “Paesaggio culturale” (per la prima volta l’organizzazione ha usato questo appellativo) patrimonio mondiale dell’umanità. Gli antichi rioni iniziano a riempirsi di materani vogliosi di riscoprire le proprie origini, oltre che stranieri affascinati da un contesto unico, che consente all’uomo di tornare indietro nel tempo partendo dalle origini, riscoprendo il contatto con la pietra. Le grotte diventarono spazi dotati di ogni comfort, alberghi di lusso, camere di b&b e ristoranti in cui scoprire la cucina genuina materana. Li dove famiglie un tempo combattevano fianco a fianco con gli animali per sopravvivere, oggi sorgono numerose case grotta e musei, per raccontare alle nuove generazioni di materani ed ai numerosi turisti la storia millenaria della città di Matera. I Sassi dagli anni ’60 diventano set cinematografico, ospitando celebri registi (tra tutti Pier Paolo Pasolini) ed attori (Richard Gere, Mel Gibson, Morgan Freeman) dalla fama mondiale. Una storia ricca, antica, ingarbugliata, difficile, fatta di numerosi tumulti e ribellioni, condizioni di vita ai limiti dell’umano ed infine il riscatto.
(17 ottobre 2014, il grido della folla raccolta in piazza San Giovanni al momento della proclamazione di Matera “Capitale Europea della Cultura 2019”)
L’ultimo riconoscimento alla città è datato 17 ottobre 2014. Matera, a rappresentanza di tutta la Basilicata, batte le concorrenti Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Siena e Ravenna e diventa (insieme a Plovdiv, Bulgaria) la Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il verdetto viene pronunciato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e dal presidente della Giuria Internazionale (composta da 13 membri, sei italiani e sette stranieri), Steve Green, in diretta dal salone del Consiglio Nazionale del Mibact. Una piazza San Giovanni stracolma saluta con un urlo liberatorio la vittoria. Un nuovo inizio per Matera, una città che nel corso dei millenni ha saputo più volte rigenerarsi, reinventarsi, riscoprirsi, rialzarsi e ripartire.