Dopo lo sfollamento, l’opinione pubblica nazionale si interrogò su quello che doveva essere il destino dei Sassi, la “città vecchia” pressoché deserta a margine della “città nuova”. Di seguito vi consigliamo la visione di un documentario di Rai Teche per la trasmissione “Ritratti di Città“; nel video viene fatta un’analisi perfetta di ciò che i vecchi rioni in tufo rappresentavano fino agli anni ’60, le contromisure adottate dal Governo nazionale e gli interrogativi sul futuro.
Tra gli anni ’70 e ’80 sono stati pubblicati diversi studi di natura socio-economica su quello che poteva e doveva essere il ruolo dei Sassi in futuro. Tuttavia, prima di poter tornare a parlare di vita nel cuore antico di Matera bisogna aspettare la metà degli anni ’80, quando la Legge Speciale n. 771 varata nel 1986 consentì ai cittadini di tornare a far vivere i vecchi rioni in tufo, invertendo quello che era stato il flusso verso i nuovi quartieri. Fu l’inizio di una nuova alba per i Sassi e per la città, ciò che un tempo era stato definito “Vergogna nazionale” si apprestava a diventare testimonianza dello spirito di adattamento e sopravvivenza dell’uomo alle difficili condizioni di vita.
(i rioni Sassi oggi, campanili di San Pietro Barisano in primo piano e della Cattedrale in sfondo)
La grande spinta che ha accelerato il processo di risanamento e riqualificazione della parte vecchia di Matera è stata data dall’UNESCO che nel 1993, precisamente il 9 dicembre a Cartagena (Colombia, clicca qui per guardare il video realizzato per l’occasione da Videouno), ha dichiarato i Sassi Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Si trattò del sesto sito italiano ad ottenere questo speciale riconoscimento, il primo dell’Italia meridionale, il primo sito ad essere definito “Paesaggio Culturale”. Tale risultato fu ottenuto anche grazie all’impegno dell’architetto ed urbanista Pietro Laureano, natio di Tricarico, consulente UNESCO. Nel 2007 il nome del sito UNESCO è cambiato, divenendo “I Sassi ed il Parco delle Chiese Rupestri di Matera“. Secondo la commissione, l’insieme dei Sassi e del Parco archeologico e naturale delle Chiese Rupestri di Matera costituisce una testimonianza unica dell’attività umana. Cliccando sul link si può prendere visione della scheda aggiornata del sito Unesco “The Sassi and the Park of the Rupestrian Churches of Matera“, con tutti i documenti inerenti l’inclusione ed i controlli periodici che i membri dell’organizzazione svolgono sul territorio, mentre di seguito sono elencati i criteri di iscrizione:
- i Sassi e il Parco delle chiese rupestri di Matera sono un notevole esempio di insediamento rupestre perfettamente adattato al contesto geomorfologico e all’ecosistema attraverso una continuità di oltre due millenni. I primi abitanti della regione vissero in abitazioni sotterranee e celebrarono il culto in chiese rupestri, che furono concepite in modo da costituire un esempio per le generazioni future per il modo di utilizzare le qualità dell’ambiente naturale per l’uso delle risorse del sole, della roccia e dell’acqua (foto a destra il Palombaro Lungo);
- la città e il Parco sono un notevole esempio di complesso architettonico e paesaggistico che illustra un numero significativo di stadi della storia dell’umanità. Questi si svolgono dalle primitive abitazioni sotterranee scavate nelle facciate di pietra delle gravine fino a sofisticate strutture urbane costruite con i materiali di scavo, e da paesaggi naturali ben conservati con importanti caratteristiche biologiche e geologiche fino a realizzare paesaggi urbani dalle complesse strutture;
- la città e il Parco sono un notevole esempio di insediamento umano e di uso del territorio tradizionali che mostrano l’evoluzione di una cultura che ha mantenuto nel tempo relazioni armoniose con l’ambiente naturale. L’equilibrio tra intervento umano e l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i quali parti dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti.
(interno del Palombaro Lungo, l’enorme cisterna che si estende sotto piazza Vittorio Veneto)
Nel frattempo la città è cresciuta, uscendo dal guscio, e non guarda più al proprio passato con disprezzo ma con rispetto e consapevolezza delle potenzialità che il territorio può e deve offrire. I Sassi si sono ripopolati e sono diventati terreno fertile per musei, “case grotta”, ristoranti, b&b, alberghi di lusso, terme e tantissime botteghe di artigiani che qui trovano ispirazione. Nelle stesse grotte dove solo cinquant’anni prima si moriva di malaria e di stenti, oggi visitatori da ogni parte del mondo giungono per ammirare le chiese rupestri, le numerose mostre, per soggiornare, per gustare un piatto tipico o per acquistare un souvenir di tufo o terracotta. E’ facile ed allo stesso tempo divertente perdersi nelle ripide discese e per i vicoli che si intrecciano, dove le strade sono allo stesso tempo tetti di abitazioni. Nel parco della Murgia Materana si nascondono dei gioielli preistorici, alcuni incastonati nello strapiombo che affaccia sulla Gravina. I villaggi trincerati e le chiese rupestri sono una tappa obbligata per toccare con mano dove la vita è nata a Matera.
Nel 2008 la città dei Sassi, grazie al Comitato Matera 2019, ha intrapreso il percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Questo passo ha comportato la stesura di un dossier da passare al vaglio della commissione giudicante. Matera, a rappresentanza dell’intera Regione Basilicata, inizialmente è entrata a far parte della short list, le 6 finaliste del concorso, insieme a Cagliari, Lecce, Perugia-Assisi, Siena e Ravenna. Successivamente, il 17 Ottobre 2014, con 7 preferenze su 13, viene designata Capitale Europea della Cultura per il 2019 dal Ministro Dario Franceschini e da Steve Green, presidente della commissione giudicante. Mentre nel salone del Consiglio Nazionale del Mibact avveniva la proclamazione ufficiale, in piazza San Giovanni (collegata in diretta streaming) esplodeva la festa. La città “Che ha vissuto un disastro ma che ha saputo reagire e trasformarsi guardando al futuro” (Franco Arminio, paesologo) si riscatta definitivamente, i materani finalmente possono alzare il capo e guardare il futuro negli occhi. Matera è stata eletta insieme a Plovdiv (Bulgaria) Capitale Europea della Cultura nel 2019.