‘U spruatar – il potatore

potatore_spruatar_wikimatera_matera

Il potatore, in dialetto ” ‘U spruatàr“, aveva il compito di curare la campagna. Il suo lavoro era molto importante per l’attività contadina, dal suo operato dipendeva, infatti, la quantità e la qualità del raccolto. Il potatore veniva chiamato dai contadini periodicamente per dare una spuntatina ai rami degli alberi, quindi per permettere agli stessi di ricrescere, cercando di aumentarne la produzione e migliorarne la qualità dei frutti.

Questo mestiere necessitava (e necessita anche nei tempi moderni, nonostante l’utilizzo sempre maggiore di macchinari) di una notevole conoscenza delle piante e dei loro cicli di fioritura e fruttificazione, oltre che degli arnesi adatti alla loro potatura. Il potatore opera con l’uso di forbici (“La furc“) o coltelli particolari (da innesto) sui rami giovani, invece fa uso della sega (“La sarr“) e l’accetta (“L’accittid“) solo per modificare o correggere la forma della chioma, affinchè i rami vecchi e grossi possano essere sostituiti da quelli nuovi. L’intervento del potatore era annuale; solitamente, prima di operare, si attendeva la raccolta delle olive, delle mandorle, delle ciliegie, dell’amarena, delle albicocche, ecc.

Oggi ” ‘U spruatàr” è un mestiere che va via via scomparendo, l’uso di macchinari permette infatti ai titolari delle aziende un notevole risparmio di costi di gestione e di tempo. In passato però il potatore si spostava per le campagne con un mulo, accompagnato da una scala (“La schèl“) alta a seconda dell’altezza dell’albero da spuntare. Al termine del lavoro si raccoglieva la legna ottenuta dai rami tagliati e spesso, con l’aiuto di un’apprendista, veniva prodotta la carbonella, successivamente rivenduta.

Come già detto in precedenza, il potatore era esperto anche di innesti, ovvero era abile nel trapiantare germogli di piante più giovani che garantivano frutti di maggiore qualità. Mediante un taglio con un coltello, “ ‘U spruatàr” creava una fessura nella quale impiantava il germoglio; successivamente, il tutto veniva protetto con fili di erba o spago legati in corrispondenza della fessura.

Gli utensili

La furcle forbici
‘U crtjdil coltello
La sarrla sega
L’accittidl’accetta
La schella scala

Ti potrebbe interessare anche: