Il cucipiatti riparava i piatti quando questi si rompevano. In passato erano molto usati i piatti grandi, di argilla, dove la minestra veniva servita per tutti i componenti della famiglia. Tutti mangiavano dallo stesso piatto, è facile immaginare che veniva penalizzato il componente della famiglia più lento.
In un contesto del tutto diverso rispetto a quello attuale, quando il piatto si rompeva veniva riparato. La riparazione veniva effettuata con una sorta di cucitura applicata sull’argilla con del filo di ferro, il quale passava attraverso dei buchi ricavati con un trapano a corde con la punta composta da un chiodo impastato con sostanza cementante.
“R’parèv piott da la mat’n a la sàr.” – Riparava piatti dalla mattina alla sera
Gli utensili
‘U tropn a cuannapjdd – il trapano a corde
Frf’lèt – filo di ferro
Cjmènt – cemento
T’nogghj – tenaglia
Curiosità
Questo artigiano era considerato lo “Spauracchio” dei bambini; questi ultimi, appena sentivano il gridare del cucipiatti per le strade, scappavano via andando a nascondersi per la casa. Il cucipiatti recitava quindi la parte del cattivo nei confronti dei bambini, soprattutto dei più vivaci; i genitori, pur di ottenere un pò di quiete in casa, impaurivano i piccoli dicendo che l’artigiano cuciva la bocca dei bambini cattivi.
La tradizione dei cucipiatti è stata ripresa nella vicina città di Montescaglioso, che la notte della vigilia dell’Epifania di ogni anno organizza la cosiddetta “Notte dei cucibocca”. I cucibocca, vestiti con lungo cappello di paglia, catene ai piedi, folta barba bianca, mantello, bastone, lanterna ed uncinetto, attraversano le vie del paese spaventando i più piccoli.