Il primo maggio – “La prjm d mescj”

La “Festa del lavoro” è la festività che viene celebrata il 1° maggio di ogni anno e che ricorda le conquiste raggiunte in campo economico e sociale dai sindacati e dai movimenti dei lavoratori. Alcuni obiettivi delle battaglie degli operai sono stati, ad esempio, la diminuzione dell’orario di lavoro, miglioramenti dal punto di vista contrattuale, il riconoscimento della previdenza e degli infortuni sul luogo di lavoro ed il diritto di sciopero.

La “Festa del lavoro” nel Mondo ed in Italia

L’origine della festa del 1° maggio risale alla fine dell‘800 negli Stati Uniti, quando una manifestazione organizzata dai Cavalieri del lavoro culminò con gravi incidenti. Nell’occasione, la polizia aprì il fuoco sulla folla causando numerosi morti. Nel ricordo delle persone rimaste uccise, la commemorazione si diffuse in tutti gli stati civilizzati del mondo. In Italia la “Festa del lavoro” fu soppressa durante il periodo fascista; il regime la trasformò in “Festa del lavoro italiano”, celebrata il giorno 21 aprile. La festività fu successivamente ripristinata al termine della Guerra, nel 1945, tornando alla sua data originaria. Protagonisti di questa giornata sono, ovviamente, i sindacati; il loro operato è stato determinante per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.

La “Festa del lavoro” a Matera

Anche a Matera si è sempre celebrata la festa del 1° maggio. I numerosi cortei, a cui prendevano parte le autorità cittadine, i sindacati, i lavoratori e le vittime di infortuni sul lavoro con i loro famigliari, spesso partivano da piazza Matteotti, punto di riferimento della città “Nuova”, per poi culminare nelle vie del centro storico ed in piazza Vittorio Veneto, precisamente alla “Fontana” (nei pressi della Fontana Ferdinandea). Successivamente i cortei, scortati dalla immancabile banda cittadina e colorati da gonfaloni, striscioni e dalle numerose bandiere dei sindacati, lasciavano il posto ai comizi in cui si evidenziavano le conquiste raggiunte e quelle da raggiungere.

Il pomeriggio era ricco di manifestazioni sportive che si svolgevano presso lo stadio “Luigi Razza”, divenuto successivamente stadio “XXI Settembre” (liberazione della città di Matera dal regime nazi-fascista) ed infine co-intitolato al senatore Franco Salerno (protagonista della cavalcata che ha visto la squadra di calcio cittadina conquistare la serie B). Nelle corsie di atletica, che in passato costeggiavano il manto erboso dello stadio, si svolgevano delle corse che venivano effettuate saltellando con i piedi uniti infilati nei sacchi di liuta (“Jnd ‘o socch d jrièn“). Si trattava ovviamente di una corsa goliardica, con numerose cadute accompagnate dall’incoraggiamento del pubblico. Non poteva mancare la premiazione finale, con i primi tre classificati che, saliti i classici gradini del podio, venivano premiati con medaglie e targhe mentre la banda cittadina eseguiva l’Inno di Mameli.

Al termine della manifestazione sportiva si svolgeva la “Gara della cuccagna” in piazza Vittorio Veneto. La competizione consisteva nell’arrampicarsi su un palo alto, posto al centro della piazza, sulla cui sommità era fissato un telaio con appese delle delizie cittadine come la celebre pasta, il salame, la salsiccia, i formaggi e la carne. Dato il periodo storico, caratterizzato da estrema povertà, questi prodotti costituivano per le famiglie materane un vero e proprio lusso. Anche in questo caso si trattava di una gara goliardica; al fine di rendere più difficoltosa la salita, il palo veniva bagnato con del sapone che lo rendeva molto scivoloso. I giovani più impavidi si cimentavano nella scalata utilizzando i metodi più disparati per aumentare le chance di vittoria. La gara poteva durare anche qualche ora; al termine, il vincitore lanciava verso il basso i premi galvanizzato dal tifo del pubblico. La serata si concludeva tra musica e canti popolari eseguiti dai gruppi materani nel centro cittadino. Negli anni successivi, la gara della cuccagna fu prima spostata nelle “Fornaci” (attuale piazza Cesare Firrao), per poi essere definitivamente abolita.

Oggi la “Festa del lavoro” si limita esclusivamente alla sfilata dei lavoratori e dei sindacati; il tutto si svolge nella sola mattinata del 1° maggio. Le conquiste sindacali hanno segnato il passo nel corso della storia, tuttavia i diritti dei lavoratori (seppur riconosciuti dalla legge speciale 626/94) non vengono sempre rispettati.

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