L’Angelo della buona novella, “l’Ongl d la bbona nav”

In una società molto semplice, come quella che caratterizzava Matera nel passato, numerose erano le credenze che influenzavano la vita di ogni giorno.
Di notte, solitamente prima di andare a letto, la famiglia si riuniva in preghiera recitando il Padre nostro, l’ave Maria, il Gloria al Padre, il Salve Regina ecc. Dopo aver terminato il momento di raccoglimento, i componenti della famiglia tendevano gli occhi e le orecchie verso l’esterno, in cerca di segnali, anche piccoli e semplici, che potessero aiutare a capire ciò che sarebbe successo in un futuro prossimo. Una luce che si spegneva, così come una porta che si chiudeva, non veniva di certo interpretato come un buon segnale; viceversa, una porta che si apriva era di buon auspicio.

Queste tradizioni riguardavano qualsiasi azione quotidiana, come ad esempio mangiare o preparare il letto. Quando in cucina si cucinavano le fritture, era usanza quella di fare il segno della croce su di un pezzo di pasta per allontanare le scottature e gli altri rischi che si possono verificare in cucina; non bisognava assolutamente far sedere i bambini su di una tavola da pranzo imbandita, così come non bisognava posare dei soldi sulla tavola apparecchiata o sul letto; rifare il letto in tre avrebbe comportato la morte della persona più piccola.

Le credenze popolari interessavano anche gli animali domestici, ad esempio vedere o sentire un cane abbaiare era sinonimo di fedeltà, al contrario del gatto che non portava bene. Il latrato del cane o il canto della civetta preannunciavano invece un lutto prossimo.

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